Filariosi cardiopolmonare - Ambulatorio Veterinario Milano, Dott. Gatti

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Filariosi cardiopolmonare
La filariosi cardiopolmonare è una grave malattia parassitaria sostenuta da un verme tondo, chiamato Dirofilaria immitis. Per ciò che riguarda i nostri animali domestici, sono interessati cane, gatto e furetto.

È importante comprendere il ciclo vitale di questo parassita, che si basa sulla compresenza di soggetti infetti e di zanzare della famiglia Culicidae: ma come funziona? Tutto ha origine da una zanzara che punge un cane infetto da filaria (chiameremo questo cane “ospite definitivo”) e, succhiando il suo sangue, ingerisce le microfilarie (larve L1) presenti nel suo circolo sanguigno. Queste larve, una volta dentro il corpo della zanzara (che chiameremo “ospite intermedio”), maturano fino a diventare larve L3; queste ultime si spostano nell’apparato pungitore della zanzara pronte a infettare il prossimo soggetto con cui l’insetto verrà a contatto. La zanzara continua la sua ricerca e a un certo punto incontra un altro cane, questa volta non infetto: lo punge, e le larve L3 vengono trasmesse al nuovo cane e si spostano nel suo sangue. Ecco che continuano quindi la loro evoluzione (passando da L3 a L4 e infine a L5) all’interno del corpo del cane, ora infetto, fino a diventare parassiti adulti, insediandosi inizialmente nelle arterie polmonari e infine nel cuore. Queste larve ormai diventate vermi adulti diventano, nel tempo, sessualmente mature e iniziano a produrre dei “figli”, le microfiliarie, che vanno in circolo, pronte ad essere succhiate da una nuova zanzara portando avanti cosi il ciclo dall’inizio oppure vanno ad incrementare la popolazione degli adulti a livello polmonare e cardiaco.  I tempi che intercorrono tra un passaggio e l’altro, spesso sono di settimane o mesi, ed è questo il motivo per cui i sintomi della malattia si evidenziano dopo molto tempo dal contagio.

Una volta compreso il ciclo, i sintomi sono la conseguenza della presenza e del numero di vermi nel corpo dell’animale, in particolare a livello delle arterie polmonari e del cuore. La malattia, infatti, presenta tipicamente un decorso cronico, dove l’animale presenta intolleranza all’esercizio, affaticamento, rappresenta normalmente sono uno dei primi sintomi riscontrabili, in seguito tosse, accompagnato da dispnea, soffi cardiaci, fino a dimagrimento, anemia, tromboembolia, morte.

La diagnosi di filariosi si effettua attraverso un veloce test ematico e l’esame al microscopio di una goccia di sangue, dove eventualmente sarà possibile vedere con i propri occhi le microfilarie. Se il cane risulta positivo, sarò necessario procedere con esami ematologici completi, radiografie e ecocardiografia, allo lo scopo di stadiare il paziente e scegliere il protocollo farmacologico migliore per liberarlo dal parassita. È bene sottolineare che la filariosi cardiopolmonare del cane è una malattia grave,  tant’è che la terapia per eliminare le filarie adulte è basata su farmaci particolari e non risulta priva di rischi: l’unico farmaco efficace nei confronti dei vermi adulti è un derivato dell’arsenico. Insieme con altri presidi farmacologici adeguati (anticoagulanti, cortisone, antibiotici, prodotti microfilaricidi, etc.), il riposo assoluto e la limitazione del movimento del cane è fondamentale al pari della terapia farmacologica. Purtroppo, i cani molto debilitati e compromessi potrebbero non sopravvivere alla terapia. In questi casi si procede con una terapia di tipo conservativo volta a migliorare la qualità di vita dell’animale.
È quindi molto meglio, mai come in questo caso, prevenire che curare, visti i rischi insiti nella malattia stessa e nelle possibili conseguenze negative di una terapia medica.
La filariosi è endemica lungo tutta la valle del Po a partire dal Piemonte, per passare dalla Lombardia fino a Veneto e Friuli, possibile in Liguria, Emilia Romagna, ma si sta diffondendo anche in Toscana, Umbria, Lazio e Marche (ricordiamoci che la sua diffusione è strettamente legata a quella delle zanzare della famiglia Culicidae!), di conseguenza tutti i cani che vivono in queste zone andrebbero protetti con una adeguata profilassi.
Come? Ciascun proprietario di cani può scegliere se procedere con una somministrazione orale (tavolette o compresse) per tutto il periodo critico (da marzo a novembre), l’applicazione di specifici spot-on, o con una apposita iniezione che dura sei mesi. Sarà fondamentale chiedere consiglio al proprio Medico Veterinario e concordare insieme la profilassi migliore per il nostro cane.

Vademecum filaria

  • Particolarmente a rischio sono i cani che vivono all’aperto, in aree altamente popolate da zanzare (es. zone limitrofe risaie, etc.). Questo non significa che un cane che vive in casa non sia a rischio: come ben sappiamo, le zanzare entrano facilmente in casa, e in particolari periodi dell’anno, basta anche una passeggiata di 10 minuti per essere punti.
  • Prodotti repellenti e anti-zanzara possono essere utili come coadiuvante della profilassi per questa malattia, ma da soli non rappresentano una misura efficace. Quante volte, nonostante l’Autan&Co, siamo stati punti in ogni caso?
  • Se si sceglie di somministrare mensilmente prodotti appositi, ricordarsi di terminare fino alla fine la profilassi, da marzo a novembre (incluso)
  • Si consiglia di eseguire un test sierologico ogni due anni se si è effettuata correttamente la profilassi, a maggior ragione se ci si è scordati di farla: chiedi al tuo Medico Veterinario!
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